La Pietra del Sole, il segreto della navigazione Vichinga

1 Novembre 2013

Come tutti sanno i Vichinghi erano abili navigatori che hanno percorso migliaia di chilometri in mare e probabilmente, come molti sostengono, sono stati i primi a scoprire il Nord America molto prima di Cristoforo Colombo. Quello che resta un mistero è il loro navigare come unica bussola il sole, anche quando le condizioni atmosferiche non permettevano di localizzare il sole ad occhio nudo.
In alcuni racconti Islandesi si racconta che questi straordinari navigatori utilizzassero le cosiddette "pietre del sole" con cui potevano localizzare il sole anche con le condizioni atmosferiche più avverse. Purtroppo in questi racconti non si fa riferimento ad una spiegazione sul loro "magico" funzionamento.

Le prime ipotesi arrivarono nel 1969, quando un archeologo danese ipotizzo che le pietre servissero per misurare la polarizzazione della luce solare (la polarizzazione avviene quando la luce incontra un ostacolo, come la nebbia o una superficie lucida, che fa assumere ai raggi solari un particolare orientamento). Purtroppo però non fu in grado di stabilire quale pietra potesse essere utilizzata dai Vichinghi per questo determinato scopo.

Un aiuto più recente venne dalla Proceedings of The Royal Society A, che nel 2011 pubblicò una studio su questo enigma. Secondo i ricercatori, dietro la magica pietra utilizzata dai Vichinghi si celerebbe un minerale che avrebbero effettivamente potuto utilizzare per orientarsi in mare.
Si tratterebbe dello Spato d'Islanda, un cristallo di calcite trasparente, reperibile in Scandinavia in grado di polarizzare la luce solare e di rifrangerla permettendo così, con una semplice rotazione, di collocare esattamente la posizione del sole anche senza poterlo vedere ad occhio nudo.

Il fisico Guy Ropars dell'università di Rennes ha condotto un esperimento su di uno Spato Islandese trovato a bordo della Alderney, una nave inglese affondata nel 1592. Questa pietra, secondo i suoi studi, potrebbe essere stata realmente utilizzata dagli antichi Vichinghi.
La pietra è di circa un metro ed ha due divisori di navigazione che suggeriscono sia stata conservata con altri strumenti di navigazione.

Per questo esperimento, gli studiosi hanno arruolato 20 volontari che hanno guardato attraverso il cristallo nei giorni nuvolosi per cercare di individuare la posizione del sole. Il risultato è stato stupefacente. I volontari riuscivano a trovare il sole con un solo grado di errore sui 360°.

I ricercatori pensano che, molto probabilmente, la pietra sia stata utilizzata sulla nave elisabettiana per correggere gli errori di una normale bussola magnetica, per esempio durante la fase del tramonto quando il sole non era più visibile sotto l'orizzonte.
L'ulteriore prova di queste loro teorie è il ritrovamento di alcune pietre delle stesso tipo in alcuni siti Vichinghi, anche se purtroppo è molto difficile collocarle in un corredo funerario dal momento che spesso i Vichinghi cremavano i loro defunti.

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